passione 14 apr-Conservatorio dei Sette Dolori
La Passione di Nostro Signore
Gesù Cristo
Oratorio di
NICCOLO' JOMMELLI
Testo Pietro Metastasio
Personaggi Interpreti
Maddalena CARLA ESPOSITO, Soprano
Pietro LUIGI SOMMA, Tenore
Violino GAETANO AMBROSINO
M° Concertatore e Cembalo
ANTONINO DE ROSA
Chiesa dei Sette Dolori Sant'Agnello
lunedì 14 aprile 2014 ore 19.30
Nella Quaresima del 1749
in Roma venne presentata la prima esecuzione dell'oratorio La Passione di Nostro Signore Gesù Cristo di Niccolò Jommelli, che
scatenò un profluvio di apprezzamenti e di consensi (ad essa partecipò il
famoso castrato Giusto Fernando Tenducci detto Senesino). Non si trattò di un
evento inedito dal punto di vista testuale poiché molti compositori avevano
rivolta l'attenzione al parto letterario di Pietro Antonio Trapassi detto
Metastasio (la prima stesura in musica avvenne nel 1730
ad opera di Antonio Caldara) il quale, in veste di poeta imperiale a Roma, su
indicazione di Carlo VI del Sacro romano impero, aveva vergato il testo. Ma lo
sviluppo delle attività di Jommelli necessitò della presenza di sostegni, di
appoggi e di protettori; tra essi si annoverano il marchese V. d'Avalos, il cardinale A. Albani ed in particolar modo il cardinale Enrico
Benedetto Maria Clemente Tommaso Francesco Xavier Stuart, duca di York,
fruitore della dedica dell'oratorio. L'ispirata opera incentra su quattro
personaggi l'epicentro della vicenda; Maddalena, Giovanni, Pietro, Giuseppe
d'Arimatea e sopra i seguaci di Gesù i quali sono i testimoni di una tragedia
umana annunciata nelle Sacre Scritture dai profeti dell'Antico Testamento.
Palesemente è assente il protagonista della memoria storica, quel Cristo che,
con la sua Incarnazione, apre il senso della fede cristiana immolandosi per il
riscatto dei peccati dell'umanità e per la sua Redenzione. La sua presenza è
costante ed emerge negli stati d'animo psicologici dei personaggi che danno
vita reale agli ispirati versi del Metastasio acceso, nel fermento creativo, da
una folgorazione che contagiò l'estro dei compositori.
La scena iniziale è appunto dedicata a un
lungo monologo di Pietro che, in lacrime, chiede ai compagni che cosa sia
successo a Gesù dopo il suo triplice tradimento; la flagellazione, la salita al
Calvario e la morte sulla croce rivivono così attraverso il racconto commosso
di veri e propri testimoni oculari come la Maddalena, Giovanni e Giuseppe
d'Arimatea. Segue lo splendido duetto («Vi sento, o Dio, vi sento») in cui
Pietro e Maddalena, afflitti dai propri peccati, si identificano idealmente con
le colpe dell'intera umanità ed i
sentimenti contrastanti espressi dai timori dell'impaurita Maddalena («Ai passi
erranti») o dal coraggio rinvenuto di Pietro che trovano compimento nel solenne
richiamo finale alla certezza della Resurrezione, frutto di consolazione eterna
per l'intera umanità.
Un ringraziamento particolare a Carmela Russo e Michelina D'Esposito